Indice
Indice:
Che cos’è il mal di montagna?
1.1 Ma cosa comporta
1.2 Da che altezza iniziare a fare attenzione?
- Come riconoscerlo?
2.1 I sintomi fisiologici
2.2 Conseguenze gravi del mal di montagna
2.2.1 Segni e sintomi caratteristici dell’HAPE
2.2.2 Segni e sintomi caratteristici dell’HACE
- Chi deve prestare attenzione?
3.1 Fattori di Rischio Consolidati
- Come si può prevenirlo ed evitarlo?
4.1 Salire in quota lentamente e per step
4.2 La regola dei 300 metri: “Climb High, Sleep Low”
4.3 Rimani idratato
4.4 Evita l’alcol
4.5 Farmaci per prevenire il mal di montagna
- Cosa fare se si presentano i sintomi
- Il ruolo del Monte Rosa nella ricerca scientifica legata al mal di montagna
- Conclusione e consigli finali
- Che cos’è il mal di montagna?
Sebbene l’aria contenga sempre circa il 21% di ossigeno indipendentemente dall’altitudine, la pressione barometrica diminuisce con l’aumentare della quota, riducendo la pressione parziale dell’ossigeno e, di conseguenza, la quantità di ossigeno disponibile per il nostro organismo.
1.1 Ma cosa comporta?
In parole povere comporta che il tuo corpo metterà in atto diverse reazioni fisiologiche per rispondere al cambiamento di quota rapido.
In sostanza il mal di montagna è una condizione fisiologica legata all’acclimatamento alla quale prestare molta attenzione.
1.2 Da che altezza iniziare a fare attenzione?
È bene prestare attenzione a questo fenomeno per salite sopra ai 2000 –
2500 metri, perciò se la vostra intenzione è salire tra le vette del Monte Rosa è doveroso conoscere bene questo fenomeno.
2. Come riconoscerlo?
2.1 I sintomi fisiologici:
I sintomi possono variare molto, andando dal meno grave ed intrusivo al più grave e mortale in caso di totale disattenzione verso questo processo fondamentale del corpo.
Questi sono i sintomi più comuni
Cefalea: tipicamente bifrontale, pulsante, aggravata da sforzo, tosse o movimenti bruschi
● Disturbi gastrointestinali: nausea, occasionale vomito, anoressia
● Affaticamento: stanchezza sproporzionata rispetto all’attività svolta
● Disturbi del sonno: insonnia, risvegli frequenti, respirazione periodica notturna (respiro di Cheyne-Stokes)
● Vertigini: sensazione di instabilità, specialmente durante movimenti rapidi
● Disturbi neuropsicologici sottili: lieve confusione, rallentamento dei processi decisionali, irritabilità
● Frequenza cardiaca a riposo aumentata (>100 battiti/min)
● Lieve ipertensione arteriosa
● Saturazione di ossigeno ridotta (SpO₂ <90% a 4.000m)
2.2 Conseguenze gravi del mal di montagna
Il mal di montagna in sé non è rischioso ed è comunque facilmente prevenibile o curabile.
Tuttavia se non viene posta la giusta attenzione la situazione può aggravarsi velocemente portando a 2 possibili conseguenze gravi:
l’HAPE, o edema polmonare d’alta quota e l’HACE, o edema cerebrale d’alta quota.
2.2.1 Segni e sintomi caratteristici dell’HAPE:
- Dispnea sproporzionata allo sforzo, poi anche a riposo
- Tosse inizialmente secca, poi produttiva con espettorato schiumoso
- Emottisi (presenza di sangue nell’espettorato)
- Cianosi centrale (colorazione bluastra di labbra e mucose)
- Rantoli crepitanti all’auscultazione del torace
- Tachicardia marcata (>110-120 bpm)
- Febbre lieve (fino a 38.5°C)
- Evoluzione possibile verso insufficienza respiratoria acuta e shock
2.2.2 Segni e sintomi caratteristici dell’HACE
- Alterazione progressiva dello stato di coscienza (dalla sonnolenza al coma)
- Atassia grave (incapacità di mantenere l’equilibrio)
- Nausea e vomito incoercibili
- Diplopia (visione doppia) e altre anomalie visive
- Deficit neurologici focali
- Papilledema all’esame del fondo oculare
- Rigidità nucale (segno di irritazione meningea)
- Convulsioni nelle fasi avanzate
- Possibile erniazione cerebrale terminale
Ora sia chiaro, con queste informazioni non vogliamo allarmare nessuno ma solo mettere a conoscenza tutti dei pericoli che la montagna, specie in alta quota, implica e implicherà sempre se non si pone attenzione a tutti i fattori rilevanti e se non si rispetta ogni salita ed ogni preparazione.
La preparazione è infatti un elemento imprescindibile, e per questa ragione abbiamo preparato un corso di base che ti permetterà di apprendere come salire minimizzando i rischi e approfondendo questi temi assieme ad una guida alpina UIAGM.
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3. Chi deve prestare attenzione?
Il mal di montagna può colpire chiunque, dall’alpinista più esperto al neofita.
La suscettibilità al mal di montagna è infatti influenzata da molteplici fattori, alcuni dei quali sono ben stabiliti dalla ricerca scientifica, mentre altri rimangono controversi e dibattuti.
3.1 Fattori di Rischio Consolidati
- Storia precedente di AMS: il predittore più potente; chi ha sofferto in passato ha un rischio 3-5 volte maggiore
- Velocità di ascensione: correlazione diretta tra rapidità di salita e incidenza di AMS
- Altitudine assoluta raggiunta: rischio esponenziale oltre i 3.500 metri
- Durata dell’esposizione: l’incidenza aumenta nelle prime 24-48 ore a una data altitudine
- Sforzo fisico eccessivo: l’attività intensa nelle prime 24 ore in quota aumenta il rischio
- Condizioni mediche preesistenti: patologie polmonari croniche
- Residente a bassa quota: chi vive abitualmente sotto i 900 metri è più vulnerabile se non stabilisce un piano di salita con tappe adeguate
4. Come si può prevenirlo ed evitarlo?
4.1 Salire in quota lentamente e per step
É importante lasciare che il corpo si abitui all’altitudine e quindi è essenziale una preparazione delle tappe che si faranno per arrivare in vetta.
Quanto tempo è necessario all’acclimatamento?
Non esiste una risposta univoca, è un processo che varia da persona a persona e il tempo può variare di molto.
Volendo dare un range di tempo necessario possiamo dire che il corpo inizia ad acclimatarsi dal giorno dopo la salita e può terminare anche dopo 3 settimane.
4.2 La regola dei 300 metri: “Climb High, Sleep Low
Dopo i 3000 mt. è fondamentale prestare sempre più attenzione al dislivello che si affronta.
Una regola di uso comune è di salire di massimo 300 – 500 mt. e di non dormire mai a più di 300 mt. rispetto alla notte precedente.
La tecnica del “Climb High, Sleep Low” consiste proprio in questo: salire di quota durante il giorno e scendere per il pernottamento.
É molto importante seguire questa strategia specie se si prevede di salire per più di 500 metri in un giorno.
Progetta di fare delle notti di riposo più lunghe se non fosse possibile seguire questa strategia e in ogni caso sarebbe bene farle ogni 1000 metri.
Inoltre se parti dall’altezza del mare considera se salire un giorno o due prima per lasciare che il tuo corpo si abitui.
4.3 Rimani idratato
In alta quota, il freddo e la secchezza dell’aria accelerano la perdita di liquidi, spesso senza che ce ne si renda conto.
Respirare più velocemente e urinare più frequentemente, condizioni naturali in alta quota, amplificano questo effetto, aumentando il rischio di disidratazione.
Mantenere un buon livello di idratazione è fondamentale per il corretto funzionamento dell’organismo, il trasporto di ossigeno e un acclimatamento efficace, riducendo così le probabilità di incorrere nel mal di montagna.
4.4 Evita l'alcol
L’alcol e la caffeina possono influenzare negativamente il corpo in alta quota.
L’alcol favorisce la disidratazione e dilata i vasi sanguigni, aumentando la dispersione del calore corporeo e rendendo più difficile mantenere la temperatura ideale.
La caffeina, invece, ha un effetto vasocostrittore e può contribuire alla disidratazione, oltre a potenzialmente alterare il sonno, un elemento cruciale per un buon acclimatamento.
Per affrontare al meglio la scalata, è consigliabile evitare entrambe queste sostanze prima e durante l’ascesa, privilegiando invece acqua e bevande ricche di elettroliti per sostenere l’idratazione e il benessere generale.
4.5 Farmaci per prevenire il mal di montagna
Acetazolamide (Diamox)
L’acetazolamide rimane il farmaco di prima scelta per la prevenzione dell’AMS, con un livello di evidenza IA secondo le linee guida internazionali.
Meccanismo d’azione:
- Inibizione dell’anidrasi carbonica
- Acidosi metabolica che stimola la ventilazione
- Diuresi con riduzione del volume plasmatico
- Riduzione della produzione di liquido cerebrospinale
- Miglioramento della respirazione periodica notturna
Desametasone
Il desametasone è efficace nella prevenzione dell’AMS ma con indicazioni più ristrette rispetto all’acetazolamide.
Indicazioni specifiche:
- Ascensioni rapide necessarie (evacuazioni, missioni di soccorso)
- Breve durata dell’esposizione ad alta quota (<72 ore)
- Intolleranza all’acetazolamide
- Storia di HACE in esposizioni precedenti
*Ovviamente ognuno di questi farmaci va preso solo ed esclusivamente sotto consiglio medico.
5. Cosa fare se si presentano i sintomi
Se si presenta anche solo uno dei sintomi descritti è buona norma intervenire immediatamente.
Chiaramente anche qui l’intervento varia da caso a caso, sicuramente è consigliabile perdere quota rapidamente quando si avvertono sintomi anche solo lievemente più gravi.
6. Il ruolo del Monte Rosa nella ricerca scientifica legata al mal di montagna
Nel 2005 il Monte Rosa è stato centro di ricerca e sperimentazione scientifica da parte del team di Focus e un gruppo composto da ricercatori dell’Istituto Auxologico Italiano e del dipartimento di Medicina Clinica, Prevenzione e Biotecnologie sanitarie dell’Università di Milano-Bicocca.
(fonte: https://www.focus.it/ambiente/natura/scienza-sul-monte-rosa)
La ricerca era volta a studiare gli effetti dell’alta quota per capire se fosse possibile migliorare la vita di persone che soffrono di cardiopatie e/o diabete.
Oltre ad utilizzare comune strumentazione medica per attività come il monitoraggio il team ha anche testato gli effetti di una speciale maglietta in grado di rilevare l’attività cardiaca, un’idea nata inizialmente per gli astronauti.
“Sulla vetta del Monte Rosa, infatti, si vive in condizioni estreme, poiché la pressione dell’aria e circa la metà di quella a livello del mare e, soprattutto, perché la quantità di ossigeno nell’aria è ridotta (l’ossigeno è un gas relativamente pesante, che si addensa negli strati inferiori). Questi studi potrebbero trovare applicazione nella cura di pazienti diabetici e cardiopatici, poiché anch’essi soffrono di condizioni cosiddette di ipossia, cioè di carenza di ossigeno nel sangue.” – Focus
7. Conclusione e consigli finali
Affrontare un’escursione o un’ascesa in alta quota, come sul Monte Rosa, richiede una preparazione adeguata per evitare i rischi legati al mal di montagna.
Il rispetto delle regole di acclimatamento, un’idratazione corretta e la consapevolezza dei sintomi sono elementi fondamentali per vivere l’esperienza in sicurezza.
Questi elementi sono fondamentali se si vuole ridurli al minimo.
L’alta quota non perdona improvvisazione e sottovalutazione dei segnali del corpo.
Anche gli alpinisti più esperti possono incorrere nel mal di montagna se non rispettano le tempistiche di acclimatamento o affrontano la salita con troppa fretta.
Per questo motivo, è essenziale:
- Pianificare con cura l’itinerario, includendo tappe di acclimatamento
- Riconoscere i primi sintomi del mal di montagna e agire subito
- Seguire le regole di progressione in quota, come la tecnica “Climb High, Sleep Low”
- Non sottovalutare l’importanza di una guida esperta in alta montagna
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